Lo scorso 31 Maggio la nostra parrocchia ha assistito all’udienza di Papa Francesco assieme al gruppo dei neo-cresimati. E’ stata questa anche l’occasione per visitare nuovamente San Pietro e pregare in particolare sulle tombe dei Papi Santi Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII. Di seguito è riportato un sunto della catechesi “La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente” svolta da Papa Francesco in questa circostanza, incentrando la sua meditazione sul Venerabile Matteo Ricci.
Quando si parla di Matteo Ricci viene subito in mente la Cina, Ricci e un suo confratello si prepararono molto bene, studiando accuratamente la lingua e i costumi cinesi, e alla fine riuscirono a ottenere di stabilirsi nel sud del Paese. Ci vollero diciotto anni, con quattro tappe attraverso quattro città differenti, prima di arrivare a Pechino.
Qual è stato il suo segreto? Egli ha seguito sempre la via del dialogo e dell’amicizia con tutte le persone che incontrava, e questo gli ha aperto molte porte per l’annuncio della fede cristiana. La sua prima opera in lingua cinese fu proprio un trattato “Sull’amicizia”, che ebbe grande risonanza. Per inserirsi nella cultura e nella vita cinese in un primo tempo si vestiva come i bonzi buddisti, all’usanza del paese, ma poi capì che la via migliore era quella di assumere lo stile di vita e le vesti dei letterati come i professori universitari .
Tuttavia, la fama di Ricci come uomo di scienza non deve oscurare la motivazione più profonda di tutti i suoi sforzi: l’annuncio del Vangelo, lui con il dialogo scientifico dava testimonianza della propria fede – aggiunge Francesco – Oltre alla dottrina, sono la sua testimonianza di vita religiosa, di virtù e di preghiera, la sua carità, la sua umiltà e il suo totale disinteresse per onori e ricchezze, che inducono molti dei suoi discepoli e amici cinesi ad accogliere la fede cattolica. Era saggio, credente, furbo, una personalità che testimonia con la propria vita quello che annuncia. La forza più grande è la coerenza.
Matteo Ricci muore a 57 anni, lo spirito e il metodo missionario di Matteo Ricci costituiscono un modello vivo e attuale. La coerenza di vita, lui è grande perchè coraggioso, perchè è stato coerente. Domandiamoci dentro: sono coerente”
E’ questa è una domanda che interpella alla radice tutti noi.